Psicopatologia del lavoro: esiti clinici, sociali ed economici
La psicopatologia del lavoro e i suoi gravi esiti, sulle persone e sulla società, sono stati il focus della prima parte dell’intervento del Dott. Giovanni Nolfe al convegno del 17 marzo scorso in Palazzo Vecchio.
Ringraziamo vivamente il dott. Nolfe, Responsabile Struttura Centrale Psicopatologia da Mobbing e Disadattamento Lavorativo ASL Napoli 1-Centro di Riferimento regione Campania, per la completezza del suo contributo.
E’ stata una relazione ampia e molto interessante, anche dal punto di vista scientifico, che merita di essere di essere ampiamente diffusa.
L’abbiamo trascritta integralmente e ve la proponiamo divisa in 4 parti, corredata da gran parte delle diapositive che l’hanno accompagnata.
Buongiorno a tutti.
Conduco il Centro regionale per le psicopatologie da mobbing e il disadattamento lavorativo, una struttura concepita nella Asl Napoli 1 nel corso 2000-2001, periodo in cui c’era stato un discreto fiorire di Centri Clinici.
Questo della Campania è uno dei pochi centri che ha resistito sino ad oggi.
Nel corso degli anni molti sono scomparsi.
Per esempio, quelli del Lazio, i due centri clinici in Puglia e anche a Bologna l’esperienza emiliana è venuta meno.
Vi avviso che la mia sarà una relazione molto deprimente perché parlerò degli aspetti clinici e psichiatrici, cioè degli esiti del disagio lavorativo nel loro complesso, sulla salute delle persone.
Per questo voglio cominciare dai versi di Milosz tratti dall’Antigone, nella speranza di rendere il tutto un po’ più vitale.
Vi racconterò l’esperienza che abbiamo fatto a Napoli e vi porterò un po’ di dati del nostro Centro Clinico da cui si deduce l’importanza di leggi, di politiche sociali e politiche sanitarie che mettano il lavoro al centro della loro attenzione.
Il nostro campo di osservazione è il concetto di PSICOPATOLOGIA DEL LAVORO.
Voi, naturalmente, avrete sentito parlare di mobbing, di stress lavoro correlato, di burnout, di straining.
Oggi parliamo anche di ingiustizia lavorativa, di insicurezza lavorativa, del vecchio concetto delle molestie sul lavoro.
A nostro modo di vedere, tutti questi fenomeni sono difficilmente separabili d’uno dall’altro.
Per questo preferiamo utilizzare il concetto di PSICOPATOLOGIA DEL LAVORO.
Nel senso che noi osserviamo esiti psicopatologici e psichiatrici indotti da diverse condizioni di disagio lavorativo e disfunzioni nell’ambito lavorativo che producono questi tipi di danno.
Chi è interessato può fare riferimento al libro “PSICOPATOLOGIA DEL LAVORO. Le dimensioni cliniche, psicologiche e sociali”, edito dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
E’ introvabile ma è reperibile nel sito della casa editrice ed è scaricabile gratuitamente cliccando questo link.
Parto innanzitutto da quelli che sono gli esiti del disagio lavorativo.
Essi si organizzano intorno a 4 assi fondamentali:
1) esiti psichiatrici
2) esiti sulla salute somatica
3) esiti in termini di disagio sociale
4) costi economici.
Se noi riusciamo ad avere una visione integrata di queste problematiche, riusciamo anche a comprendere in maniera più completa e più organizzata quanto sia importante focalizzare sul disagio correlato al lavoro l’attenzione delle politiche sociali e delle politiche sanitarie.
Esiti psichiatrici
Gli esiti psichiatrici descritti in letteratura, quelli che noi stessi osserviamo nella nostra pratica clinica, sono: i disturbi depressivi, i disturbi da stress e da trauma e i disturbi dello spettro ansioso.
Il suicidio è anch’esso, purtroppo, un esito drammatico della sofferenza lavorativa.
Quando ci sono eventi come il suicidio, si accendono i riflettori sul fenomeno ma poi, passati 3 o 4 giorni, l’interesse dei mass media scompare.
Esiste una vasta letteratura sulla relazione tra il fenomeno suicidario e il disagio lavorativo, purtroppo.
Anche i disturbi cognitivi possono essere un esito della sofferenza sul lavoro: sono un settore della ricerca psicopatologica piuttosto recente che vi illustrerò con qualche dato che abbiamo ottenuto nel nostro Centro Clinico, a Napoli.
Malattie somatiche
Abbiamo poi tutta una serie di disturbi fisici: sindromi metaboliche, disturbi cardiaci, abuso di sostanze, l’abuso di droghe, malattie muscolo-scheletriche.
Sono patologie che spesso noi osserviamo in soggetti che sono esposti a condizioni di disagio lavorativo: dallo stress al mobbing, alle molestie, al burnout, allo stress lavoro correlato.
Disagio sociale
La terza area di disagio concerne l’ambito sociale.
Nella nostra pratica osserviamo che, spesso, i nostri pazienti, le persone che soffrono a causa dei disagi legati alla psicopatologia del lavoro, portano con sé tutta una serie di problematiche relative, per esempio, alle relazioni sociali e alle relazioni familiari.
Non è raro il caso di pazienti che hanno divorziato, che si sono allontanati dai figli, perché questa è una problematica che diventa assolutamente pervasiva e ossessiva, tanto che nella mente dei nostri pazienti non c’è spazio per altro.
E ciò naturalmente crea conflitti, isolamento, disagio. Non sempre, ovviamente, ma accade.
Così come accadono episodi di “acting out”. Cioè di aggressività, agita verso se stessi o verso il mobber o verso il contesto lavorativo.
Sono, inoltre, da ricordare gli incidenti sul lavoro.
Esiste tutta una letteratura che ci dice come certe situazioni di stress lavoro-correlato o di mobbing o di disagio si correlano ad incidenti, anche mortali, sui luoghi di lavoro.
Ci sono poi i casi di ritiro dal lavoro. Anche qui, in passato, in una visione troppo rigida, si intendeva il mobbing come sempre mirato ad allontanare la persona dal lavoro. Non è sempre così.
Molto spesso, in certe situazioni, soprattutto nel mobbing emozionale, chi compie l’azione aggressiva verso la vittima inchioda quella stessa vittima al luogo di lavoro: non mira ad allontanarla dal luogo di lavoro, ma mira proprio a collocarla in una condizione cronica di vittima.
Costi economici della psicopatologia del lavoro
Abbiamo, infine, i costi economici.
Su questi vi farò vedere alla fine alcune diapositive che ci fanno comprendere come parlare di questi concetti di psicopatologia del lavoro e disagio lavorativo abbia anche un interesse in termini di economia sociale, perché tutto quello che accade ha un costo per la collettività.
Sono i costi sanitari, sono i costi legati all’assenteismo (quando le persone non ce la fanno a sostenere l’attività lavorativa), il presenteismo (cioè il recarsi al lavoro in condizioni di patologia).
Sono i costi, quindi, della mancata produttività, i costi legali.
E sono i costi legati all’illegalità e alla corruzione.
I luoghi di lavoro in cui il disagio lavorativo, la cattiva organizzazione, il mobbing sono prevalenti o strutturali, sono spesso collegati ad un uso improprio del potere, soprattutto nella Pubblica Amministrazione, con l’emersione di fenomeni di illegalità e di corruzione.
Tutto questo è difficilmente valutabile ma, certamente, è un altro fattore che contribuisce al costo economico.
Fine 1a parte
Testo a cura di Nunzia Pandoli