Il disagio lavorativo è tema sociale: l’impegno dell’Assessore Gianassi
Il disagio lavorativo è tema di rilevanza sociale e di interesse collettivo. Per questo occorre sostenere chi se ne occupa.
Nelle parole dell’Assessore Gianassi la conferma della sua attenzione al tema e del suo sostegno a chi, come l’Associazione Gli Amici di Daniele, se ne occupa da anni.
Questo, in sintesi, il senso del messaggio di Federico Gianassi, Assessore all’Organizzazione e personale, lavoro, sicurezza urbana e polizia municipale, del Comune di Firenze, in occasione del convegno del 17 marzo scorso, in Palazzo Vecchio.
L’intervento dell’Assessore Gianassi è stato preceduto dal saluto di benvenuto della Presidente dell’Associazione Gli Amici di Daniele, Alba Giovannetti, che gli ha anche chiesto se, visto il suo ruolo istituzionale, può contribuire in qualche modo al percorso per l’approvazione della legge regionale sul disagio lavorativo.
“Forse nella tua posizione puoi fare poco per la legge regionale, però puoi darci una mano.
Tu che sei più vicino alle istituzioni, che ci hai sempre seguito e sei stato sempre presente, puoi aiutarci ad arrivare alla legge necessaria?
Perché la Toscana è stata sempre prima. Ha levato per prima la pena di morte e poi ora ce la lascia in un’altra forma ? Vogliamo togliere questa pena di morte ?
Io non ho molte possibilità ma se tu parli con chi puoi avvicinare più di me, può darsi che riusciamo a far vivere meglio più persone e a farle uscire dal disagio lavorativo.”
La risposta dell’Assessore Gianassi
“Grazie, Alba, per questo bel benvenuto che mi hai riservato. Mi fa piacere essere qui e mi dispiace aver perso alcune parti dei precedenti interventi. Innanzitutto rispondo alla tua domanda.
Faccio l’assessore al Comune di Firenze e il Comune non ha in merito potestà legislativa ma questo non vuol dire che, poiché non tocca a noi legiferare, ci disinteressiamo del tema.
Sostegno nel percorso per una legge regionale sul disagio lavorativo
Quindi ti do la mia disponibilità, a te, all’associazione, a tutte le persone che collaborano con voi, per attivare relazioni, percorsi, dibattiti che possono servire a realizzare gli interventi legislativi che servono.
Qui ci sono anche dei consiglieri regionali che, sicuramente, in Consiglio regionale lavoreranno per raggiungere l’importante risultato di una legge regionale sul disagio lavorativo.
E’ un tema fondamentale. Non ho la competenza tecnica per interloquire con voi ma raccolgo l’indirizzo, la filosofia di fondo, gli obiettivi e vi do la mia disponibilità.
Non so se sarà utile a raggiungere il risultato, però la confermo per cercare di aiutare un percorso positivo.
Perché il tema è molto importante.
E ringrazio pubblicamente te e tutti i tuoi collaboratori, tutti i volontari, per il lavoro che da anni state facendo.
Ci siamo conosciuti qualche anno fa ormai, in veste diversa la mia, quando ci proponesti di attivare degli sportelli territoriali nel Quartiere 5 per poter ramificare quest’azione straordinaria che voi avevate iniziato già a fare sul territorio per le persone che volessero provare a scommettere su un percorso di recupero dal disagio lavorativo, attraverso l’aiuto e le competenze che voi potevate fornirgli.
E devo dire che quella scommessa, per merito vostro, non certo nostro, ha raggiunto risultati molto importanti, non solo nel Quartiere 5, ma in città.
E quindi vi ringrazio per l’impegno che avete messo, e che state mettendo, sul tema del disagio lavorativo che, non so oggi, ma certamente qualche anno fa rischiava, di essere secondario nel dibattito.
Lavoro: tema complesso e multisfaccettato
Perché il grande tema in cui siamo più coinvolti nella discussione è tra lavoro e non lavoro, cioè tra chi un lavoro ce l’ha e chi non ce l’ha e, giustamente, ciò richiede un impegno forte per trovare le strade che consentono di ridurre la disoccupazione e aumentare l’occupazione.
Tanti dei problemi sociali che esistono nelle città derivano, e si collegano, anche alla mancanza di lavoro e quindi una risposta alle marginalità sociali e alle difficoltà sociali, una risposta che aumenta i livelli di coesione sociale, sta nel diffondere l’occupazione.
E’ un grande tema. Però non è l’unico perché esaurisce solo una parte della discussione.
C’è quindi il tema di chi il lavoro ce l’ha e ha la preoccupazione di perderlo.
Ma c’è anche il tema dei redditi che lasciano spesso il lavoratore insoddisfatto rispetto agli obiettivi di sussistenza propria e di quella della famiglia, e il tema del benessere sul lavoro.
Da qualche anno, qui in Palazzo Vecchio, ho la delega alle Risorse Umane e quindi mi interfaccio con il grande tema del rapporto che la pubblica amministrazione ha con i propri lavoratori.
Dove si lavora meglio si produce di più
Tutti gli studi che hanno l’obiettivo di analizzare i livelli di più alta produttività delle amministrazioni pubbliche dimostrano che, certamente, molto dipende dalle infrastrutture tecnologiche, dallo sviluppo della capacità competitiva che sta anche nelle infrastrutture.
Ma tutti gli studi dimostrano che il più grande margine di miglioramento della qualità della Pubblica Amministrazione, e vale anche per il settore privato, sta nella valorizzazione delle risorse umane.
Il tema che voi ponete è quindi un tema della collettività: il problema della persona che soffre per una situazione di grave disagio lavorativo e che deve essere aiutata, è della società stessa.
Perché un lavoratore che è in condizioni psicofisiche positive, lavora meglio, sta meglio sul luogo di lavoro, contribuisce di più all’arricchimento dell’ambiente in cui lavora.
E poi anche a quello personale, quando è fuori dal lavoro.
Perché sarebbe assurdo pensare che tutto ciò che accade nel luogo di lavoro si esaurisca nel luogo di lavoro. Sarebbe assurdo pensare che tutto si fermi lì.
Non so se questo dibattito è ancora così diffuso nella società.
Sicuramente voi, nella nostra città, siete stati i primi a porlo con questa grande attenzione.
Quindi vi ringrazio perché ci avete permesso di approfondire dei temi rispetto ai quali la nostra conoscenza sarebbe altrimenti personale, individuale.
Voi avete consentito di rendere collettivo un tema del disagio lavorativo che rischia di essere percepito come troppo personale.
Invece, attraverso il lavoro collettivo, si aiuta chi è in difficoltà ma, soprattutto, si consente alla società di riflettere di più e meglio su questi grandi temi.
Il vostro lavoro è dunque molto importante e sono contento di aver avuto occasione di collaborare con voi in questi anni.
Ora cerchiamo di capire in quale modo anche noi possiamo dare mano per arricchire il dibattito e confermo la mia disponibilità ad approfondire il tema e a valorizzare il lavoro che, oltre alla legislazione, sta nella concretezza e nella realtà quotidiana.”
Testo a cura di Nunzia Pandoli